Partita IVA per traduzione audiovisiva Thread poster: EleonoraP
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Salve a tutti, sono una traduttrice/adattatrice e mi trovo alle prese con un garbuglio di dubbi e incertezze fiscali che non so proprio come sbrogliare. Lavoro per diversi studi di doppiaggio e finora ho fatturato solo ed esclusivamente con ritenuta d’acconto, metodo che come sapete presenta l’antipatico limite dei 5.000 euro di imponibile annuo, cifra che chiunque voglia svolgere questa professione a tempo pieno deve naturalmente augurarsi di superare. Ora, p... See more Salve a tutti, sono una traduttrice/adattatrice e mi trovo alle prese con un garbuglio di dubbi e incertezze fiscali che non so proprio come sbrogliare. Lavoro per diversi studi di doppiaggio e finora ho fatturato solo ed esclusivamente con ritenuta d’acconto, metodo che come sapete presenta l’antipatico limite dei 5.000 euro di imponibile annuo, cifra che chiunque voglia svolgere questa professione a tempo pieno deve naturalmente augurarsi di superare. Ora, posto che il mio giro di incarichi mi porta sistematicamente al di sopra di questa soglia, mi sono rivolta a diversi commercialisti per valutare il da farsi e nonostante qualche divergenza di opinione sembrerebbero tutti concordi nel sentenziare che l’unica soluzione possibile sarebbe l’apertura di una partita IVA a regime forfettario. Quello su cui, ahimè, nessuno è riuscito a fare chiarezza è però l’effettiva sostenibilità di una scelta simile in un ambiente in cui comunque i compensi sono piuttosto bassi. Ed è qui che chiedo aiuto ai colleghi che già usufruiscono di questo regime o che magari sono solo più esperti della sottoscritta: il mio guadagno annuo lordo con ritenuta d’acconto si aggira intorno ai 10-11.000 euro, lavorando a ritmi follemente serrati aggiungerei, secondo voi sarebbe ipotizzabile intraprendere questa strada? Scusate la domanda da un milione di dollari e i toni vagamente disperati, ma davvero non so più che pesci prendere. Amo il mio lavoro, ma prima di fare un passo così importante vorrei sapere che quel lavoro potrà anche darmi da vivere e che non vedrò la maggior parte dei ricavi svanire in tasse e contributi per restare con un pugno di mosche. Grazie infinite a chi troverà il tempo di consigliarmi. Buon lavoro a tutti, Eleonora ▲ Collapse | | | Non hai scelta | Feb 17, 2017 |
Il commercialista ti ha consigliato egregiamente. Superando i 5000 Euro annui devi comunque adeguarti alla legislazione vigente. Dato il fatturato da te previsto, la scelta più conveniente è il regime forfettario. Superando la soglia del lavoro occasionale, sono dovuti i contributi previdenziali, che tu apra o meno la partita IVA. Con la partita IVA e il regime forfetario, i committenti non dovranno più versare la ritenuta d'acconto. Per quanto riguarda il tuo futuro... See more Il commercialista ti ha consigliato egregiamente. Superando i 5000 Euro annui devi comunque adeguarti alla legislazione vigente. Dato il fatturato da te previsto, la scelta più conveniente è il regime forfettario. Superando la soglia del lavoro occasionale, sono dovuti i contributi previdenziali, che tu apra o meno la partita IVA. Con la partita IVA e il regime forfetario, i committenti non dovranno più versare la ritenuta d'acconto. Per quanto riguarda il tuo futuro lavorativo, spetta a te invece valutare le prospettive del tuo settore e scegliere. Buob lavoro, Giuseppe EleonoraP wrote: Salve a tutti, sono una traduttrice/adattatrice e mi trovo alle prese con un garbuglio di dubbi e incertezze fiscali che non so proprio come sbrogliare. Lavoro per diversi studi di doppiaggio e finora ho fatturato solo ed esclusivamente con ritenuta d’acconto, metodo che come sapete presenta l’antipatico limite dei 5.000 euro di imponibile annuo, cifra che chiunque voglia svolgere questa professione a tempo pieno deve naturalmente augurarsi di superare. Ora, posto che il mio giro di incarichi mi porta sistematicamente al di sopra di questa soglia, mi sono rivolta a diversi commercialisti per valutare il da farsi e nonostante qualche divergenza di opinione sembrerebbero tutti concordi nel sentenziare che l’unica soluzione possibile sarebbe l’apertura di una partita IVA a regime forfettario. Quello su cui, ahimè, nessuno è riuscito a fare chiarezza è però l’effettiva sostenibilità di una scelta simile in un ambiente in cui comunque i compensi sono piuttosto bassi. Ed è qui che chiedo aiuto ai colleghi che già usufruiscono di questo regime o che magari sono solo più esperti della sottoscritta: il mio guadagno annuo lordo con ritenuta d’acconto si aggira intorno ai 10-11.000 euro, lavorando a ritmi follemente serrati aggiungerei, secondo voi sarebbe ipotizzabile intraprendere questa strada? Scusate la domanda da un milione di dollari e i toni vagamente disperati, ma davvero non so più che pesci prendere. Amo il mio lavoro, ma prima di fare un passo così importante vorrei sapere che quel lavoro potrà anche darmi da vivere e che non vedrò la maggior parte dei ricavi svanire in tasse e contributi per restare con un pugno di mosche. Grazie infinite a chi troverà il tempo di consigliarmi. Buon lavoro a tutti, Eleonora ▲ Collapse | | | Mayumi Sasao Italy Local time: 16:44 Member (2008) Italian to Japanese + ... |
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Eleonora_P Italy Local time: 16:44 Member (2012) English to Italian + ... Lavoro nel doppiaggio | Feb 19, 2017 |
Ciao omonima! Come te, lavoro anche io nel doppiaggio e non posso che confermarti quello che hanno detto gli altri. Partita IVA sì, ma traduzione come opera d'ingegno, purtroppo, no. Quindi, sia che tu ti occupi di traduzioni - e intendo documentari (compreso anche il simil sync), film, serie tv, ecc. - che di adattamenti veri e propri, emetterai una normale fattura nel tuo regime. L'unica cosa ch... See more Ciao omonima! Come te, lavoro anche io nel doppiaggio e non posso che confermarti quello che hanno detto gli altri. Partita IVA sì, ma traduzione come opera d'ingegno, purtroppo, no. Quindi, sia che tu ti occupi di traduzioni - e intendo documentari (compreso anche il simil sync), film, serie tv, ecc. - che di adattamenti veri e propri, emetterai una normale fattura nel tuo regime. L'unica cosa che cambia è, ovviamente, il compenso: le traduzioni, come ben saprai, sono pagate una miseria e le tariffe sono decise a priori dalle società, mentre per gli adattamenti si fa riferimento al CCNL del doppiaggio. Spero di esserti stata d'aiuto. ▲ Collapse | | |
Grazie di cuore a tutti anche solo per avermi dedicato il tempo di una risposta. Farò tesoro dei preziosi consigli e mi informerò dove necessario. Per quanto riguarda i compensi nel mio caso di rulli, come vuole il CCNL, non si è mai parlato. Mi occupo principalmente di documentari e reality in simil sync da consegnare tradotti e adattati e ho sempre percepito la tariffa stabilita dalle società, nello specifico 4,50 euro lordi al minuto di video, da qui il timore di non riuscire... See more Grazie di cuore a tutti anche solo per avermi dedicato il tempo di una risposta. Farò tesoro dei preziosi consigli e mi informerò dove necessario. Per quanto riguarda i compensi nel mio caso di rulli, come vuole il CCNL, non si è mai parlato. Mi occupo principalmente di documentari e reality in simil sync da consegnare tradotti e adattati e ho sempre percepito la tariffa stabilita dalle società, nello specifico 4,50 euro lordi al minuto di video, da qui il timore di non riuscire a sostenere i costi della partita IVA… Crepi il lupo comunque, grazie ancora! ▲ Collapse | | | come hai risolto Eleonora? | Dec 7, 2017 |
Ciao Eleonora, sto muovendo i miei primi passi nel campo e mi trovo a dover decidere se emettere le notule in italia o in Francia. Mi chiedevo quindi quale soluzione avessi trovato, e se effettivamente l'adattamento di dialoghi potesse essere assimilato alla traduzione di opere letterarie con diritto d'autore (quindi senza limite dei 5000€). Inoltre mi chiedevo se questo valesse anche per i soli sottotitoli oppure no. Grazie in anticipo a tutte/i... See more Ciao Eleonora, sto muovendo i miei primi passi nel campo e mi trovo a dover decidere se emettere le notule in italia o in Francia. Mi chiedevo quindi quale soluzione avessi trovato, e se effettivamente l'adattamento di dialoghi potesse essere assimilato alla traduzione di opere letterarie con diritto d'autore (quindi senza limite dei 5000€). Inoltre mi chiedevo se questo valesse anche per i soli sottotitoli oppure no. Grazie in anticipo a tutte/i Federica ▲ Collapse | | | To report site rules violations or get help, contact a site moderator: You can also contact site staff by submitting a support request » Partita IVA per traduzione audiovisiva Trados Business Manager Lite | Create customer quotes and invoices from within Trados Studio
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